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Come curare in modo naturale artrosi della spalla . - Banchi Maison

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Come curare in modo naturale l'artrosi scapolomerale o artrosi della spalla . Consulenza medica gratuita in medicina naturale per la cura dell'artrosi scapolo-omerale o artrosi della spalla .  Quale tipo di Magnetoterapia utilizzare : Alta frequenza , bassa frequenza o campo stabile ?


Consulenza medica gratuita per terapia naturale dell'artrosi scapolomerale o spalla
con magnetoterapia ad alta frequenza o a campo stabile per uso domiciliare











Cos'è l'artrosi della spalla o artrosi scapolo-omerale ? Patologia che colpisce per lo più la popolazione anziana (>65anni).
Cause : la patologia è dovuta al consumo precoce dei capi articolari, che dunque non permettono una normale funzione dell'arto superiore con notevole dolore.La sintomatologia soggettiva consiste essenzialmente nel dolore dell’articolazione interessata o della muscolatura regionale, che é più intenso al mattino, si attenua con il movimento, si può riacutizzare dopo sforzo e generalmente si attenua durante il riposo notturno -
In seguito  la funzionalità articolare diventa limitata prima dal dolore, poi dagli ostacoli di natura meccanica che possono impedire lo svolgimento delle normali attività o rendere difficili anche le abituali funzioni della vita di relazione . La spalla perde progressivamente la mobilità sino a non permettere al braccio di spostarsi dal corpo.
La diminuzione della rima articolare é il primo segno di danno cartilagineo e può consentire di fare diagnosi di artrosi iniziale. Successivamente si osservano gli altri sintomi radiologici non sempre evidenti. La presenza degli osteofiti e le deformità dell’articolazione sono segno di artrosi di vecchia data che si conclude con l’anchilosi dell’articolazione radiologicamente evidenziabile.
La terapia tradizionale dell'artrosi scapolo-omerale è la terapia  chirurgica che si avvale di moderni impianti protesici che permettono la parziale o totale sostituzione dell'articolazione. Tali impianti sono metallici, in titanio pregiato ed in genere vengono infissi nell'osso senza necessità di cementazione.
Le protesi si dividono in protesi di superficie, cioè quelle dove si sostituisce solo la superficie della testa omerale ; endoprotesi  ,  ove si sostituisce tutta la parte prossimale dell'omero; e protesi totali ove si sostituisce l'omero e la glenoide scapolare. La scelta dell'impianto dipende dalla gravità dell'artrosi (artrosi concentrica) e dallo stato dei tessuti molli quali la cuffia dei rotatori (atrosi eccentrica).
Le protesi di Spalla (stelo omerale, testa e glena o la protesi inversa, caratterizzata dall’inversione dell’invaso omerale che si articola con la glenosfera scapolare) permettono il recupero della funzionalità della spalla, in termini di movimento, in circa 15 giorni a seconda della gravità pre-operatoria del caso, con una precoce ripresa dell’attività lavorativa.



Metodica Naturale  per la Cura dell'artrosi della spalla in alternativa finalizzata alla riduzione e contenimento di farmaci antinfiammatori e cortisone
Le terapie convenzionali per la cura dell'artrosi si basano principalmente sull'uso di antinfiammatori e cortisonici . Farmaci che hanno indiscutibilmente un marcato effetto antidolorifico ed antinfiammatorio ,ma anche degli effetti collaterali importanti . La Medicina Ecologica consiglia in una prima fase di fare riferimento a rimedi naturali per l'artrosi . Eventualmente associare rimedi naturali alle terapie convenzionali anche al fine di ridurre i dosaggi degli stessi farmaci antinfiammatori .
Tra i vari rimedi naturali per l'artrosi vi ricordiamo la magnetoterapia a campo stabile associata all'uso di acqua magnetizzata con piastra ECO 1 a polarità negativa . La polarità negativa dei biomagneti e dell'acqua magnetizzata favoriscono rispettivamente un effetto antinfiammatorio locale e generale . In particolare l'acqua magnetizzata assunta in dosi di almeno 1 litro al giorno produce un indiscusso effetto drenante e depurativo naturale ,
utile per contenere la tossicità di farmaci .
L'artrosi di spalla (come anche in altre sedi) colpisce per lo più la popolazione anziana (con più di 65 anni) ed è quindi una patologia degenerativa, dovuta all'età, ma anche in alcuni casi a malattie reumatiche come l'artrite reumatoide oppure vizi di consolidamento
di pregresse fratture della spalla.

Infatti l'artrosi di spalla può essere distinta in: artrosi primaria (artrosi che può essere su base genetica, familiare o legata alle attività svolte nella vita del paziente) o artrosi secondaria, che insorge in seguito ad altre patologie, come le fratture o l'instabilità articolare.

Ad esempio, dopo una frattura, anche se il chirurgo è riuscito a recuperare benissimo la morfologia della testa dell'omero, difficilmente l'integrità delle due componenti articolari sarà perfetta. Basta una minima irregolarità per avere conseguenze numerose e dolorose, perché il meccanismo articolare non è perfetto.
Il sintomo predominante è il dolore dell'articolazione o della muscolatura. Il dolore è intenso al mattino e dopo sforzi, mentre si attenua con il movimento e durante il riposo notturno.
Il dolore causa anche la diminuzione della mobilità dell'articolazione e successivamente subentrano ostacoli meccanici che impediscono o comunque rendono difficoltose
le abituali attività quotidiane e lavorative.
Col passare del tempo il braccio non si sposta più dal corpo perché la spalla
fa male e non permette il movimento.

Diagnosi dell'artrosi di spalla
La diagnosi si effettua mediante la visita ortopedica, ma soprattutto con una radiografia. All'RX si osserva la diminuzione della rima articolare, il primo segno di danno cartilagineo, e la testa dell'omero appare schiacciata, non ben rotonda come dovrebbe. Inoltre possono esserci anche altre alterazioni quali osteofiti (cioè piccoli pezzetti di osso) e deformità dell'articolazione che possono ostacolare il movimento della spalla. Se il processo continua ad evolvere si può arrivare all'anchilosi, cioè al blocco dell'articolazione.
In qualche caso la terapia fisica e medica, così come alcuni esercizi riabilitativi, possono migliorare la condizione clinica dell'artrosi.
In molti casi però il dolore aumenta così come la rigidità.
Nei primi stadi dell'artrosi, può essere utile il trattamento artroscopico: l'obiettivo è quello di ''pulire'' l'articolazione, ossia di rimuovere frammenti di cartilagine e tessuti infiammati. Non è da considerarsi come il trattamento definitivo ma può limitare la sintomatologia dolorosa del paziente per un determinato periodo di tempo.
Negli stadi avanzati dell'artrosi, la soluzione chirurgica consiste nell'impianto di una protesi di spalla.
Ne esistono diversi tipi e sarà il chirurgo ortopedico a propendere per una o l'altra a seconda del paziente, dell'età e degli esami strumentali.
Le moderne protesi permettono di sostituire totalmente o solo parzialmente l'articolazione, sono protesi di titanio che vengono incastrate nell'osso (senza bisogno di essere cementate).
Le protesi possono essere parziali (si sostituisce solo la testa omerale) o totali (si sostituisce sia la testa dell'omero che la glenoide).
Nei casi in cui la cuffia dei rotatori sia particolarmente compromessa e l'osso molto rovinato, si fa ricorso alle protesi inverse: sono caratterizzate dal fatto che, per sopperire al deficit della cuffia, si inverte il livello protesico trasformando la glena in testa e la testa dell'omero in glena: in questo modo la forza del deltoide, da sola, permette il movimento dell'arto.
Le protesi permettono il recupero della funzionalità della spalla, in termini di movimento, in circa 15 giorni a seconda della gravità del caso prima dell'intervento chirurgico, con una precoce ripresa dell'attività lavorativa.

Riabilitazione dell'artrosi di spalla
La durata media del ricovero è di 2-3 giorni, salvo complicazioni.
Nell'immediato post-operatorio, viene posizionato un tutore che va portato per circa 30 giorni.
Durante tale periodo è comunque possibile rimuovere il tutore 2-3 volte al giorno per eseguire cauti esercizi di mobilizzazione passiva di gomito, polso e dita sempre con l'arto lungo il fianco, per evitare che le articolazioni sane si ''irrigidiscano'' per il non utilizzo.
Il paziente verrà opportunamente istruito e reso autosufficiente per quanto riguarda le necessità quotidiane quali il lavarsi ed il vestirsi.
Passati i 30 giorni dall'intervento, si potrà iniziare il trattamento fisioterapico, salvo diversa indicazione dell'ortopedico.
La riabilitazione durerà circa 2-3 mesi, in media il recupero funzionale ed il ritorno alle normali attività quotidiane si ottiene in 5-6 mesi ma può necessitare anche di periodi più lunghi a seconda dell'età del paziente, della particolare situazione della lesione e della capacità del paziente di seguire la terapia riabilitativa.






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